Rally Monza Show 2014, le voci dei protagonisti: Anna Andreussi
La navigatrice di Andreucci ci ha parlato della stagione da poco conclusa con l'ottavo titolo piloti
Tra le tante stelle presenti al Monza Rally Show non poteva mancare la coppia più vincente del traverso italiano Paolo Andreucci-Anna Andreussi fresca dell’ottavo titolo piloti. Ecco quanto ci ha raccontato la navigatrice friulana in merito a un 2014 trascorso tra speranze e timori di non centrare l’obiettivo.
Ti aspettavi questo ennesimo sigillo oppure è stata una sorpresa?
A inizio stagione no perché la macchina era appena nata e aveva i normali problemi di gioventù, inoltre trattandosi di un campionato corto sapevamo che sarebbe stato fondamentale vincere ogni evento. Al Ciocco però siamo arrivati terzi e al Sanremo ci siamo ritirati, quindi per un attimo ho pensato che sarebbe stato un anno sabbatico in preparazione del 2015, invece i Racing Lions sono stati bravissimi, Paolo si è cucito la 208 T16 addosso in breve tempo e un po’ alla volta anche grazie a qualche episodio sfortunato toccato agli avversari siamo risaliti fino all’ultima e decisiva gara preparata meticolosamente e che alla fine è andata alla perfezione.
Ottenere il massimo risultato con una vettura più o meno nuova come la vostra è diverso rispetto a fare lo stesso con un mezzo collaudato?
Sicuramente. Al Due Valli ad esempio è venuto il responsabile vendite che ci teneva particolarmente ad annunciare il successo dell’auto al debutto. C’è stata grande attenzione da parte della Casa madre, che tra l’altro ci ha invitato alla base per premiarci il mese prossimo, e questo per noi è stato motivo di grande soddisfazione.
Che differenze hai trovato tra la 208 R2 e l’attuale R5?
La R2 è molto competitiva ma più adatta ai giovani che vogliono imparare essendo facile da guidare e con un ottimo rapporto qualità /prezzo. La R5 è invece orientata alla competizione da assoluto per la potenza del motore, l’accelerazione e anche il costo non è male rispetto ad una S2000.
Quali sono i punti deboli manifestati dalla T16 e dove credi si debba ancora intervenire?
L’unico problema finora ha riguardato il pop off, una valvola fornita dalla Federazione che regola la pressione del turbo e che abbiamo dovuto modificare, altrimenti da rivedere sono solo piccoli dettagli dell’assetto.
Quando hai cominciato a credere che potevate farcela ancora una volta?
Dopo il Friuli ho intravisto la luce. Purtroppo però all’Adriatico abbiamo sbagliato e lì ho perso un po’ la speranza poiché a quel punto tutto dipendeva dal Due Valli dove avremmo dovuto assolutamente arrivare al traguardo.
Qual è stato il momento più emozionante vissuto in questo campionato?
A Verona quando eravamo sul palco e c’era ad assistere anche la mia nipotina di un anno. Nonostante la confusione è voluta salire su, si è aggrappata alla tuta di Paolo ed è rimasta lì tutto il tempo dell’inno a battere le mani.
Invece quello più di sconforto?
L’uscita all’Adriatico perché ero convinta che non saremmo riusciti a riprendere ed arrivare alla fine visto anche il cambio danneggiato.
Il caso del San Marino legato alle gomme utilizzate da Scandola, da voi contestate, avrebbe potuto influenzare l’esito del campionato. L’incertezza del giudizio vi ha messo della pressione extra?
Ciò che mi spiace è che a seguito del reclamo, che è uno strumento democratico, sono state dette cose forti. Si è parlato addirittura di affronto. Noi invece abbiamo solo espresso un dubbio che eventualmente avrebbe potuto essere respinto dal consiglio giudicante. Di certo non lo abbiamo fatto con malizia o con un secondo fine dato che all’epoca una sentenza positiva avrebbe potuto avvantaggiare Basso.
Riguardo al 2015 chi vedi come avversari temibili?
Mi aspetto ancora Umberto Scandola e Giandomenico Basso, ma nonostante le normali difficoltà ad arrivare al top spero pure dei giovani interessanti come Alessandro Bosca, Andrea Crugnola che già si è messo in mostra nell’ERC e Andrea Nucita. Sarebbero bello anche qualche emergente, però forse non sono pronti…
Infine un commento sul nuovo progetto ACI Team Italia, a cui state partecipando, che vuole rilanciare la disciplina e accompagnare i nuovi talenti nel professionismo…
Come membri della scuola federale io e Lorenzo Granai seguiamo in veste di coach i navigatori, mentre Paolo, Piero Longhi e Alessandro Bettega i piloti. Mi pare sia un’idea interessante, con buone prospettive. Nelle prossime settimane dovrebbero esserci ulteriori sviluppi.
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